mercoledì 1 luglio 2015

Adalpina Fabra Bignardelli, "L'attesa" (ed. Il Convivio)

di Tommaso Romano

Con molta discrezione Adalpina Fabra Bignardelli, dona la sua quarta raccolta di liriche dal titolo L’attesa edita nitidamente dal Convivio di Castiglione di Sicilia. Poesie che riflettono in pieno una personalità che sa comprendere in sostanza, la natura del viaggio umano, il valore degli affetti, la bellezza della natura la semplice e grande qualità di ogni aspetto del creato senza per questo obliare il dolore e il disincanto, sempre sorretti con afflato sapiente e lieve e con alate parole. Molto belle le poesie del ricordo dedicate alla madre e all’amica poetessa Anna Maida Adragna. Uno scrigno di sentimenti intimi, di sensazioni, di attimi, di meditazioni strappate al quotidiano. Nella consapevolezza del grande disegno del destino.
L’attesa  è una dimostrazione lucente della poesia che sa farsi anima e che è sempre, quando è vera, religiosa che, cioè ha un legame trascendente, in un colloquio con Dio che non consente, alla fine la deriva del dubbio e del nichilismo. E, tuttavia, le ombre del futuro le interrogazione pur cariche di speranzosa fede si addensano nell’attesa del domani e dell’eterno. La nostra poetessa, però, sa cos’è lo “stare in limine” – come ben afferma Giuseppe Manitta nella prefazione – assaporando la “piccola felicità”, il semplice sorriso che “distende una ruga \ asciuga una lacrima \ placa un dolore \ smorza un’angoscia \ affievolisce un rancore \ vivifica un perdono \ riscalda una vita \ accende una speranza. \ Talvolta un sorriso \ e silenzioso messaggio \ d’amore e pace.
Una prova ulteriore, assai convincete questa di Adalpina Fabra Bignardelli, che già le assegna una postazione di rispetto fra i poeti del Sacro di questo scorcio di millennio.

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