domenica 13 marzo 2016

Guglielmo Peralta, "La via dello stupore" (Ed. Thule)

di Leopoldo Attolico

Caro Guglielmo, quello che mi impressiona favorevolmente in questo tuo lavoro è la tua attitudine / impegno gnoseologico di andare oltre te stesso, oltre le tue/nostre apparenze, oltre il codificato / omologato dalla Storia e dalla letteratura, dalla filosofia ecc. Realtà, sogno, utopia chiamati con il loro nome: la tua capacità definitoria ( mai apodittica ) delinea i vari referenti, i riferimenti culturali, interagisce con il tuo sguardo profondamente umano e approda ad una luminosa problematicità: il nostro essere al mondo fedeli ad una idea di Bellezza e di Spiritualità in continuo attrito con la negatività che vorrebbe proscriverle. Credo che questo tuo impegno, così articolato, fervido, a tratti caloroso e appassionato, delinei in ultima analisi una dichiarazione di poetica che si fa stupore di esistere e di durare oltre le parole e le singole loro valenze, in direzione di una "verità"condivisibile, certamente non peregrina. Il tuo lavoro si configura quindi come opportunità reale, concreta, di conoscenza, di riflessione, di confronto e di resa; quello che latita in questa nostra vita spesso - troppo spesso - senza fine, senza scopo, sempre malgiocata. - A te un grazie e un abbraccio.

1 commento:

  1. Bella lettura questa di Leopoldo Attolico, che brevemente ed efficacemente individua il nucleo fiammante della poetica peraltiana, così straoridnariamente postiva in un'epoca in cui parlare ancora di Sogno, Utopia, Bellezza e altri valori sembra quasi fuori moda, mentre sicuramente l'uomo è di essi che oggi ha più che mai bisogno.
    Peralta, dunque, sembre rimettere la poesia al suo posto, ricordando quale sia il suo compito precipuo presso gli uomini: ridare speranza, risanare, rifondare.
    Di questa sua fede io gli sono grata

    RispondiElimina