venerdì 13 maggio 2016

Salvatore Pasqualetto, "Un amore negato" (Iride)

di Gaetano Li Destri

Il fascino intramontabile della lettura continua a regalarci straordinarie emozioni in serate come queste perché è palpabile, in sala, la magica atmosfera che solo le emozioni estetiche riescono a regalarci anche nell’era dell’imperante  digitalizzazione informatica.
Provo una particolare emozione, di conseguenza, a parlarvi di : “Un amore negato” di Salvatore Pasqualetto.
Spero di suscitare la vostra curiosità, di farvi conoscere l’autore e, soprattutto, di indurvi alla lettura.
Lo sfondo delle vicende è la Sicilia. La nostra amata Sicilia, con le bellezze ma anche con i suoi vizi, con le sue capacità ma anche con i suoi tanti limiti, con le sue certezze ma anche con i suoi melodrammi.
Una Sicilia, quella descritta, che ci consente un tuffo negli splendidi colori della nostra terra ma che ci fa prendere atto delle tante realtà in bianco e nero che hanno avvolto e continuano ad avvolgere il nostro straordinario territorio.
È la storia di un imprenditore che tenta di condurre la sua azienda con una mentalità imprenditoriale degna delle migliori aziende europee, che cerca di condurre la sua impresa agricola aprendola ai grandi mercati del nord.
Ma, come spesso capita dalle nostre parti, l’azienda, gli operai il territorio debbono fare i conti con la S.p.a. più imponente del meridione. E così, se cominci a crescere, se mostri di avere capacità manageriali, devi fare i conti non solo con la concorrenza leale ma con le minacce e i ricatti del malaffare.
Ecco, è una storia tipicamente siciliana. Ma il dramma che e le problematiche che devono affrontare il protagonista, Giovanni, e la sua famiglia, nonostante le difficoltà insormontabili,  hanno una via di uscita.
È la via di uscita che tutti noi auspichiamo: la legge e l’onestà d’intenti possono essere un percorso lungo, tortuoso e difficile, ma alla fine paga!
Vorremmo che tante storie siciliane avessero l’esito descritto nel testo narrativo di Salvatore Pasqualetto.
È una battaglia che ha visto in prima linea tanti eroi del nostro tempo, se pur in Sicilia si diventa eroi solo morendo.
Dalle trame del racconto, una volta tanto, l’eroe esce vittorioso e con messaggi di positività nei confronti delle nuove generazioni.
L’eroe, questa volta, non ha lapidi che lo ricordano ma… successo e trionfo della legalità sono un segnale di speranza per la Sicilia e per i siciliani.
È bella ed emblematica, in questo contesto, una figura apparentemente secondaria del racconto, quella di don Peppe, uomo arcigno e di poche parole (come si dice… “ A megghia parola è chiddra chi un si dici”), figlio del suo tempo. Mafioso per necessità, perché nato e cresciuto in una terra e in un contesto in cui, a  volte, non hai altra scelta.
Don Peppe è l’emblema, l’icona dell’uomo che può cambiare se… solo gli è offerta la possibilità di farlo!!!!
Il testo, comunque, offre altri spunti. Vi si intravede  la storia della famiglia siciliana.
Quella legata alla terra e ai valori di quella che un tempo si chiamava la civiltà contadina. Una famiglia unita che resiste alle intemperie di vicende forti e drammatiche.
È la testimonianza, visto i tempi che attraversiamo, che i valori tradizionali che ancora resistono possono costituire un’ancora di salvataggio.
Una famiglia che resiste anche allo sbandamento del protagonista che, in mezzo a mille battaglie, non può farsi mancare una bella e appassionante storia d’amore.
Già... l’amore. L’amore passionale, sincero, profondo che questa donna rappresenta nel testo narrativo. Un amore… per nulla negato ma che  deve fermarsi di fronte al valore della famiglia.
Ecco il melodramma siculo che però ha un risvolto inaspettato perché negherebbe il valore della famiglia e tutte le virtù che fanno del siciliano un vero uomo d’onore.
Emerge, in questo contesto, la figura di Lucia. Donna mite e attenta, ma allo stesso tempo determinata e forte che regge le sorti della famiglia e dell’azienda perché le due cose sono complementari e unite a doppio filo.
Lucia, forse la vera protagonista del racconto, che deve negare la passione e la voglia d’avventura del marito per affermare un altro amore, quello per la famiglia.
Lucia… che è impegnata in un personale percorso di ricerca. Una ricerca che deve dare senso alla sua esistenza di madre, di moglie di donna, ma… anche di figlia
Anche Lucia vive la sua storia d’amore. L’amore verso la famiglia, il marito che ha costantemente bisogno della sua presenza (ma anche della sua assenza), delle sue cure (ma anche della sua discrezione).
Vari aspetti dell’amore che Lucia  dona!… Del resto non è così che si dice: “l’amore è donarsi agli altri o all’altro”… Ma c’è un amore che tutti noi abbiamo bisogno di ricevere!  E Lucia non fa eccezione.
Anche lei è inquieta! A un certo punto della sua vita comprende che c’è qualcosa che le manca, qualcosa di cui è stata privata. La sua vita necessita di un completamento che per lei è indispensabile.
Lucia è alla ricerca delle sue radici!!!
È un percorso lungo, arduo, irto di ostacoli, specialmente in terra di Sicilia, con le sue menzogne con i suoi soprusi, che vedono soccombere i più deboli.
La storia di Lucia non è isolata! Non è insolita per i tempi e per il contesto in cui si svolge l’azione narrativa.
È la storia – una tra le tante – di chi è alla ricerca dell’amore per eccellenza! L’amore non per una passione passeggera, né per soddisfare un occasionale desiderio, ma l’amore che a nessuno può essere negato.
Lucia sa che la sua vita non potrà realizzarsi appieno se non riuscirà a svelare l’arcano delle sue origini.
Vorrà sapere se lei è il frutto di atto d’amore o se è l’errore di un attimo d’amore!
Ecco il filo conduttore del testo di Pasqualetto. Lucia ha bisogno di ri-costruire con esattezza la prima tappa della sua esistenza: chi sono i suoi veri genitori?
E qui un’altra bellissima storia d’amore.  Un amore sbocciato e reciso, un amore dolcissimo e straziante, un amore d’altri tempi che – per citare il padre del romanzo storico -“… non ha da continuare”.
Lucia frutto inconsapevole di un amore impossibile per i tempi, vittima innocente di un contesto che le ha negato il punto di riferimento più importante.
Allora questo non è un amore negato… piuttosto è l’amore negato, dove l’articolo è forse la cosa più importante.
Volete sapere come finisce?
È l’invito che rinnovo al lettore.
Per concludere… qualche parola sull’autore.
Qualcuno si chiede e mi chiede: ma è un testo autobiografico? È una storia vera?
Certo per chi come me conosce l’autore del testo è inevitabile notare come in certe pagine emerga un vissuto che forse ha del personale.
Così come in certi momenti si ha  l’impressione di una profonda condivisione – quasi come se fossero vissuti in prima persona – di valori e stili di vita tra l’autore e il protagonista. Una condivisione che, ancora una volta, ripropone la magia di quel simbiotico rapporto che, inevitabilmente, sembra legare il narrato e il narratore e, come sul palco, il personaggio e l’attore.
Detto ciò comunque ritengo che il testo in questione vada letto al di là di queste considerazioni perché ciò che Salvatore Pasqualetto ci consegna è meritevole della nostra attenzione al di là delle vicende che in esso sono rappresentate, pardon raccontate.

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